Persona non grata

Oltre ad essere un pezzo (e che pezzo!) dei Napalm Death, "Persona non grata", come forse molti sapranno, è anche una sorta di lettera scarlatta con cui, da tempi immemorabili, viene etichettato qualunque forestiero che non sia "gradito" da un paese ospitante. Ma non solo. In un microcosmo come quello dei paesini, ben coerente con un macrocosmo xenofobo e imbarbarito quale, con poche eccezioni, l'italiano attuale, tutto sembra risolversi nell'accusa contro chi si discosta dall'omologazione di pensiero. Non si tratta più neanche di divergenze politiche o economiche. Lo sfaldamento del tessuto sociale sotto i colpi del berlusconismo e dell'individualismo estremizzato (quest'ultimo, retaggio degli anni ottanta del secolo scorso radicalizzato, appunto, dallo strapotere del Biscione nell'ultimo ventennio) ha portato, indubitabilmente, verso una deriva sociale di difficile inquadramento, tant'è variegata e impuntuale. 
La "persona non grata", qui, si risolve anche nel vicino di casa, colpevole soltanto di trovarsi a due passi da noi. 
Fiumi d'inchiostro sono stati spesi per declinare fenomeni come la corruzione, il familismo, la concussione, la mancanza di solidarietà sociale e ancora non si è giunti a un punto d'accordo (se mai esiste).
Le cose, però, potrebbero stare in maniera molto più semplice di quanto pensiamo. Ed è inutile continuare a complicarle anche con il pensiero che tutto è sempre talmente complesso che non se ne può venire a capo. Forse la semplicità è la regola migliore. Seguiamola.

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