Finzione o realtà


Il teatro può essere finzione nell’altro da sé, o ricerca di se stessi in sé. La prima attitudine comporta un estraniamento tramite il non reale, mediante una recitazione artefatta e impostata; la seconda richiede soltanto di essere se stessi. Non c’è giusto o sbagliato nello scegliere l’una o l’altra: basta sapere ciò che si vuole. Se uno ha bisogno di concentrarsi su se stesso e di non andare al di là della propria persona, sceglie la seconda; viceversa se avverte la necessità di uscire fuori dalla propria persona per aprirsi al mondo, paradossalmente, questo avviene tramite la prima attitudine. Ma vediamo di chiarire meglio questo concetto. Quando noi indossiamo una maschera (recitiamo), non siamo più noi, ma altro da noi. È qui che risiede – è semplicissimo – tutta la ragion d’essere della ricerca e-straniante. La recitazione come estraniamento era già conosciuta nell’antichità, non diciamo niente di nuovo, ma vale comunque la pena ricordarlo.

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