Gardenia d'acciaio




La morsa che non lascia respiro, sulla strada dove si separa il mostro di liquami è un luogo obbligatorio, sulla costa ionica. Diuturne carezze mortali, tristi amiche d’infanzia cresciute nella ruggine, dolcezze di vecchiaia tenera d’amanti. Annienta il ricordo del lavoro, colmo di speranza, tra i due mari. Città che divide. Orpello magico di sembianti iridescenti. Come macchine assassine giungono le ore scure. E il vuoto assale. Immenso, disperato, metallico, freddo, senza pietà né risposte. Distruzione edulcorata da guadagni inevitabili, dallo scorrere inarrestabile del benessere. Affogati in un mare di menzogne, dove il superfluo sa di necessità, sopravviviamo ridacchiando.






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