Diari inquieti
La
mania uccide ogni buon senso che si annulla nel fissato disperato casalingo
quotidiano affaccendarsi per il nulla. Servile domestico cadavere zombi
mangereccio scorbutico villano. Fai come ti pare, ma non rompermi i coglioni.
È
come il canto di un lupo mannaro questo rovinare intonso tra le frasche
sbiadite di tempi fermi. Arie malariche, insufficienti tipi strani che
sprofondano nella cera calda.
La
mannaia cade su quei colli di burro senza appello, rinunciando a tutto pur di
sgretolare certezze vissute in un bicchiere a tutte le ore. Invecchiate e mai
maturate. Adolescenti millenari.