L'amore, il jazz e il vino (da Gloria Gaetano "Love, jazz and wine" per Progetto Cultura)



Se è vero che l’attuale panorama editoriale italiano non offre un numero soddisfacente (forse neanche il minimo sindacale) di nuove uscite degne di nota – in specie tra le grandi case, fatta salva l’eccezione – qualche piacevole sorpresa si può scovare tenendo gli occhi aperti e poggiando lo sguardo sulla media e piccola editoria. È il caso di Love, jazz and wine – Storia di un incontro di Gloria Gaetani (Edizioni Progetto Cultura, Collana Le scommesse, 2012), romanzo davvero interessante, ben scritto e capace di catalizzare fin dalle prime righe l’attenzione del lettore. Sulla storia, ambientata in luoghi d’incanto e costruita intorno alle vicissitudini della protagonista, Laura, donna dalle eccezionali qualità e dalla personalità difficile, grava lo spettro del conflitto arabo-israeliano. Ed è proprio di un uomo palestinese, Marc-Meshed, che Laura s’innamorerà. Un uomo affascinante e per molti versi misterioso, figlio di un diplomatico e attivamente impegnato a raddrizzare le sorti della sua martoriata terra. Un uomo dalla presenza soggiogante, che avrà la ventura di intrecciare la propria esistenza a quella di Laura lungo lo svolgimento della narrazione. È l’amore, non v’è dubbio, la vera anima del libro. Un amore che varca le dimensioni e che mai si spegne; un amore che non incatena, non costringe ma unisce due individualità ben distinte in un unico, meraviglioso cammino. Un sentimento che non sarà mai rinnegato, anche quando Laura si ritroverà a camminare da sola e dovrà fare i conti con una cruda realtà che sembra dirle che la felicità forse non è di questo mondo. Il libro della Gaetano scandaglia sapientemente l’animo umano mettendone a nudo forza e debolezza; due facce della stessa medaglia che rovesciano alternativamente le fortune della protagonista, portando alla luce (senza sconti) il dolore di quest’ultima. Il dolore come elemento onnipresente, ‘geneticamente’ appartenente all’umanità e dotato di mille sfaccettature; il dolore di quando si è soli e gli altri non sanno o non vogliono ascoltare. Un dolore antico, quello di Laura, che l’accompagna fin dall’infanzia e contro il quale l’azione sanatrice del tempo potrà sortire i suoi effetti a patto che lei sia capace di perdonare e perdonarsi. Perdonare se stessi: la cosa più difficile. Perché siamo noi i nostri giudici più inclementi, soprattutto in alcuni frangenti particolari: “E c’è un momento indistinto, indecifrabile, col quale tutto ricomincia perché il cerchio si chiude e si riapre, è quel momento quando non sai esattamente chi sei, dove sei, perché ci sei”. Ma la speranza, vista non come una lontana utopia bensì come reale possibilità di farcela, non abbandonerà né la protagonista del romanzo né il sentimento dei sentimenti che sottende l’intera storia: “«Le cose cambiano, Francesco». Poi si rese conto dell’errore. E si corresse. «Noi cambiamo le cose. Le cose non cambiano, sono come le stagioni che passano. La gente cambia le cose. Non subiamo cambiamenti, noi facciamo sì che avvengano»”. C’è in queste parole di Laura un chiaro invito a non accettare passivamente il proprio destino, a spostare la spada di Damocle più in là, dove la notte non giunge se non per portare l’amato nel nostro letto e poterci con lui svegliare nella luce di un nuovo giorno. Questo romanzo, carico di suggestioni che stimolano i cinque i sensi (come non farsi ammaliare dall’archeologia bizantina, dal jazz che accompagna le giornate dei due amanti, dai colori del mare, dai profumi esotici, dai dervisci roteanti?), sembra possedere le chiavi dello spazio e del tempo, e attraverso l’amore che, si sa, vince ogni cosa, mette addosso una spasmodica voglia di viaggio, inteso non solo come facile forma di evasione ma come approccio al cambiamento, come metafora dell’accettazione del passato e dell’apertura al rinnovamento, al futuro o forse, ancor di più, al presente da vivere pienamente, anche attraverso un’immersione in tutto ciò che è celebrazione della vita, come le forme dell’arte. Così, il nutrire anima e corpo “Non era sprecare il tempo, era conoscere, provare piacere, discutere, partecipare, condividere un’idea, a volte litigare”.
Love, jazz and wine, opera al contempo granitica e delicata, nasconde dietro quel velo d’insuperabile ricordo e quella coltre di dolore mai sopito, di sofferenza che a volte cade addosso come capriccio del fato, un amore infinito per l’amore e per la vita. E per la bellezza che, nonostante tutto, appartiene all’esistenza e si declina in infiniti modi.

Gloria Gaetano, napoletana, laureata in Filologia romanza e specializzata in letteratura italiana (suo mentore è stato il grande filologo Salvatore Battaglia), è scrittrice, saggista, poetessa. Oltre ad avere all’attivo numerose pubblicazioni e a collaborare con case editrici come Le Monnier, Zanichelli, Simone, Bovolenta, Loffredo, Kairòs (con alcune delle quali ha anche pubblicato), conduce discussioni e battaglie a favore della legge Basaglia e per i diritti delle donne.

L’autrice ha due blog: 

e un sito:

 
Articolo pubblicato sul numero di giovedì 18 ottobre 2012 del quotidiano "Il Paese Nuovo".

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