Accondiscendenti e no
È immorale che un numero imprecisato di
intellettuali – o presunti tali – si sottometta alla logica di mercato e, in
nome di un appagamento che fa rima con denaro e visibilità, scenda a patti con
un numero altrettanto imprecisato di soggetti che – ahimè! – ha in mano le
redini del gioco. È immorale, in buona sostanza, per due motivi: l’impossibilità
di produrre qualcosa che non soggiaccia a tale logica; il comportamento,
impostato ad estrema accondiscendenza, che da ciò deriva. Alla lotta di tutti
contro tutti si è sostituita la leccata di tutti verso tutti. Leccata che non
ha nulla di pacifico, anzi, cova dentro di sé un sentimento rancoroso e di
rivalsa che tende ad affondare tutto in uno stagno melmoso fatto di invidie e
bile, da cui è difficilissimo risalire. Ciononostante, da qualche parte ci sono
delle piccole sacche di resistenza a questi diktat standardizzati. Trovarle e
interagire con loro non è qualcosa di alieno o indecoroso, sarebbe invece il
passo in avanti che potrebbe portare (finalmente!) alla riscoperta di un
universo avulso da scimmiottamenti e istanze d’accondiscendenza così in voga in
questi ultimi anni.