CONFESSIONI DI UN EDITORE DI MERDA di Luigi Tarantino, recensito su Booksblog.it da Sara Rania aka Kitsuné

Un titolo scomodo per un libro caustico che squarcia a tinte scure una bella fetta della feroce realtà editoriale italiana e poi imbalsama il lettore con un'altra storia

L’ebook in questione è una piccola scoperta che val la pena di assaporare velocemente ma non troppo, bighellonando in due racconti inediti di tono quasi opposto. “Confessioni di un editore di m…a” e “Te l’ha detto Emma”, parlano attraverso l’immaginazione del salentino Luigi Tarantino, ma le due voci che ne escon fuori sembrano entrambe frutto di uno stralunato e allucinatorio salto nel vuoto. La prima è quella di un editore un po’ cinico, o forse semplicemente troppo navigato per non conoscere a fondo alcuni orridi meccanismi che solcano il selvatico mondo dell’edizione a pagamento, la seconda è quasi inesistente e appartiene a Don Rafeli, un personaggio quasi mitico dal glorioso passato, che trascorre le sue giornate a letto in bel palazzotto, lasciando all’energica moglie Emma, il compito di gestire la casa, la lingua e tutto il resto.
E se nella prima storia a dominare è l’ego spropositato del protagonista, intento a tracciare una beffarda e realistica caricatura dello sconfortante stato di una certa deriva imbastardita della letteratura, in quella successiva è il Sud Italia che emerge e troneggia con le sue inarrestabili matrone, gli scugnizzi e le tradizioni popolari, in un tripudio di suoni, sensazioni e segreti che caratterizza l’anima del meridione.
Nichilista dite? Qualcuno dice pure che sono comunista, mah.. fate voi, che volete che vi dica? Io non vorrei dirvi proprio nulla, che poi qualcuno comincia a parlare di anacronismo, di “spazzatura della storia” e via discorrendo. E forse è proprio quell’anacronistico senso della storia che mi permette di essere ancora vivo, quel vagheggiamento, tutto giacobino, di poter erigere un giorno in piazza quel singolare strumento che monsieur Guillotin propose, con grande successo, alla Francia del 1789. Per le barricate e corse selvagge non ho più le gambe, forse neanche il fiato, ma le gambe più di tutto. E allora vi confesso candidamente che me ne starei in poltrona a sfogliare qualche giornale, a guardare quelle spudorate facce dei nostri governanti e poi accartocciare i fogli, immaginando di accartocciare i loro corpi in carne ed ossa come in una sorta di rito vudu.
Qualcun altro mi chiedeva che lavoro faccio; un lavoro come tanti: faccio l’editore.
“Confessioni di un editore di merda”
di Luigi Tarantino
ebook 09 - Musicaos.it

Sara Rania aka Kitsuné

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