Laura Mangialardo per CANI ACERBI di Gianluca Conte (Musicaos:ed) su "Il Fatto Quotidiano"
Care amiche, cari amici, Laura Mangialardo per il mio Cani acerbi su "Il Fatto Quotidiano" di sabato 22 febbraio 2014. Buona lettura.
Come una notte d'inverno in Salento
Appaiono come
spettri alla controra, nere come gomme d’automobile.
(…) Le trovo sempre lì, sotto pittoreschi ombrelloni. Le puttane dei campi”. Cani acerbi comincia così, con
uno sguardo sulle
strade provinciali salentine, su quelle di campagna ormai affollate da donne per lo più di
origini africane, in attesa dei loro
clienti o dei loro papponi. Il romanzo di Gianluca Conte, noto più come poeta fino
a oggi, usa un linguaggio a tratti carico e violento, privo di qualsiasi inibizione. scandalizza di
tanto in tanto e al tempo stesso con occhi di leggerezza, descrive una realtà crudele
e cinica nascosta dalla quotidianità di tranquilli paesini. Tutto ciò che accade è raccontato con le parole di un
giovane agricoltore, travolto suo malgrado in un giallo. Il romanzo di
Conte è un volo su una realtà di paesaggi
devastati da inutili strutture, di movimenti mafiosi, di donne anziane custodi
di saggezza.
IL LINGUAGGIO apparentemente semplice del contadino, colorato
da espressioni
dialettali, lascia trapelare la capacità dello scrittore di
mescolare le parole per creare un corpo fluido, di interpretare tanto la parte del giornalista, anch’egli figura di spicco del libro,
quanto quella
dell’agricoltore. Conte gioca con le parti, si immedesima nei
suoi personaggi e tira fuori dalle loro bocche parole di
disgusto di fronte alle ingiustizie, di coraggio e voglia di migliorare. Nelle pagine del libro, le due anime dei protagonisti, tra eroismo e paura
vengono disegnate con tratti assurdi dai colori vivaci e forti di chi vive. Come in una visione
hitchcockiana, il mondo di Conte viene travolto da un mistero, i cani attaccano
inspiegabilmente, la terra soccombe per un momento sotto la potenza della natura, l’uomo è costretto a piangere i suoi morti. Un’apocalisse
momentanea che si riflette nel temperamento del libro.
Forte,
irruente, sprigiona quel carattere rude e burbero di chi ogni giorno è costretto
a convivere con realtà che non approva e che vanno via via peggiorando. In
tutto questo grigio, quel contadino dagli occhi buoni, conserva in un angolino
quel poco di bello che ancora sopravvive, come le parole di una donna anziana,
lo sguardo sincero e affettuoso di una compagna e la voce coraggiosa di chi si
ribella. La bellezza trasparente dell’acqua. L’influenza poetica dello
scrittore si manifesta nella scelta delle parole, nella leggerezza rotta dalla
durezza, nella capacità di guardare e presentare gli elementi come in un film
neorealista. Cani acerbi è il secondo libro pubblicato da Musicaos, una casa
editrice salentina che comincia a muovere i suoi primi passi nella carta
stampata, ed è il primo romanzo di Conte. Un nuovo inizio coraggioso in un
campo in crisi più di altri e in una nazione dotata di pochi lettori.
“Il
Fatto Quotidiano”, 22 febbraio 2014