RITORNO SORGENTE di Alessandra Peluso (LietoColle)
Care amiche, cari amici, per le recensioni di Linea Carsica, vi proponiamo questa vitale raccolta di versi firmata Alessadra Peluso. Buona lettura.
È difficile
di questi tempi (oseremmo dire quasi impossibile) imbattersi in una raccolta
lirica che non faccia della tristezza, del dolore o quantomeno
dell’insoddisfazione le proprie linee guida. Difficile ma non impossibile, lo
dimostra Ritorno sorgente di
Alessandra Peluso, lavoro edito per i tipi di LietoColle. Liriche senza titolo
– a nostro parere, da sempre le più fascinose e sibilline – che si presentano
come un inno alla vita e sanno sprigionare sensualità da ogni verso: «Mi sento
rinascere / come anima esplosa / di gioia e colore // Che il senso stia qui /
come un sole che sorge / e tramonta ogni giorno // come vita che cresce /
sapendo anche alzare / le spalle» (p. 22). Il colore della Peluso sembra essere
quello di un’estasi d’amore, e anche quando i toni sembrano tingersi di tenui
venature crepuscolari, si intuisce e si respira profondamente l’energia vitale
che sottende l’intera opera; così, anche quell’“alzare le spalle”, dunque, non ha
il sapore della rassegnazione, bensì di un guardare ad un nirvana possibile,
qui ed ora, nell’istante stesso in cui viene pensato, perché il poeta possiede
il dono del tramutare in emozione tutto ciò che tocca; e ancora: «[…] Grandine
di rose, sangue / che sgorga a colmare i miei seni […]» (p. 31). Tuttavia, la
vena poetica dell’autrice non si esaurisce nelle gioiose emanazioni
sentimentali o negli elogi all’“eterno sì” evocato in apertura, pone altresì le
basi per una riflessione filosofica sulla dimensione esistenziale umana; allora,
quella che a noi è apparsa una eco gozzaniana intrisa di ossimori e curvature
poietiche, trova la sua realizzazione nella speranza (che diventa certezza) di
un futuro come tempo felice e non distopico; e, soprattutto, prossimo venturo:
«[…] Non tardano la luce, il sorgere del sole / il mare calmo. / Arriverà». (p.
32). In questa vita dipinta dalla poetessa – una vita che vale la pena di vivere
pienamente – anche le note amare possono
essere dolci e, di più, far parte del nostro vissuto in maniera non
antagonista: «[…] Qui anche la solitudine / diventa piacere sublime» (p. 38). La
vita in tutte le sue sfaccettature dunque, insieme al sentimento dei
sentimenti: l’amore. L’amore che regge il mondo e fa di ogni persona un essere
speciale. Così, la silloge della Peluso appare quasi una lunga e sentita dedica
a tutti coloro i quali hanno messo i sentimenti davanti a ogni altra cosa e
hanno conservato – ché nell’amare davvero la si conserva – quella purezza
infantile che mai passa: «È disarmante / vederci, vedersi / emozionati davanti
/ all’amore. // Si torna bambini / spogli di tutte le croci / e si resta
piccoli indifesi / nulli. (p. 47). D’altronde, solo nell’amore abbiamo la
possibilità (che non rimane soltanto astratta ma può divenire reale) di
mantenere quell’innocenza infantile e quella primitiva meraviglia rispetto al
mondo che spesso si perdono con l’età adulta e che la poesia può aiutarci a
ritrovare.