IN BILICO. STORIE DI ANIMALI TERRESTRI. Nuovi racconti italiani, AAVV (Musicaos Editore)
“In bilico. Storie di animali terrestri” contiene dodici racconti inediti, scritti da Paolo Colavero, Gianluca Conte, Luigi De Gregorio, Marco Goi, Belisario Laveneziana, Angela Leucci, Valentina Luberto, Paolo Merenda, Antonio Montefusco, Annarita Pavone, Marina Piconese.
Questi nuovi racconti italiani, scritti da autori nati tra gli
anni Settanta e gli anni Ottanta, descrivono la realtà del nostro paese,
tra speranze, desideri, tra crisi del lavoro e volontà di cambiamento,
in cerca di un nuovo possibile destino.
I RACCONTI
“Cicchetto e l’Equilibrista Felice” è il racconto che apre la raccolta. Marina Piconese
ci fa conoscere la realtà di una famiglia, quella di Felice e Paola,
all’apparenza normalissima, ma in cui accadono episodi al limite del
surreale. Cosa vuol dire vivere la contemporaneità, se non essere sempre
in equilibrio su un filo sospeso a mezz’aria?
“Sarah”, di Marco Goi, riporta alla mente
la vicenda di una ragazzina del Sud, brutalmente assassinata nell’agosto
di qualche anno fa; e costruisce la storia ponendo l’attenzione sul
tritacarne mediatico che accompagnò il tragico evento; unʼesasperazione
del famoso quarto d’ora di notorietà, che Goi racconta con ironia,
nonostante la gravità della materia.
Cʼè qualcosa di peggiore dellʼattesa? Forse no, Angela Leucci, nel suo racconto “L’attesa”,
ce ne dà conferma, soprattutto se l’attesa in questione è legata al
corso della giustizia; perché, quando si ha a che fare con la dea
bendata, tutto si può tingere di incertezza, fino a ritrovarsi nella più
kafkiana delle situazioni.
“Il cielo in un bicchiere” di Belisario Laveneziana
è la storia di una separazione, cruda, terribile, tra una madre e un
figlio. Un addio nato per caso, un giorno in cui il figlio precipitò in
un abisso sconosciuto. Ma è anche la storia di una ricongiunzione, forse
insperata, eppure possibile, perché il legame esistente tra una madre e
un figlio rimane uno dei più forti, in ogni spazio e in ogni tempo.
Può uno scherzo trasformarsi in tragedia? Sì, alle volte può accadere. Ce lo dice, con un linguaggio schietto e tagliente, Valentina Luberto, che in “Un verde così acido da far diventar viola d’invidia anche Picasso” spinge al parossismo una burla: è proprio vero, il male può essere banale, e mortale, al di là delle intenzioni di chi lo fa.
Il precariato, come nuova dimensione dell’esistenza umana, è l’asse intorno al quale ruotano le vicende di “L’altro Sud” di Gianluca Conte.
Tutto è precario: il lavoro, la politica, l’economia, i rapporti
interpersonali, il senso civico; le uniche cose che sembrano restare
sono la rassegnazione e l’adeguamento alla corrente; ma a ben guardare,
non tutto è perso.
Nella magica, artistica e multietnica atmosfera della capitale francese, Antonio Montefusco tesse la trama del suo “Parigi sotto la pioggia di fuoco”,
spruzzandola con dosi di humour e autoironia che, data la precarietà
del mondo del lavoro, aiuta a non far perdere il coraggio a chi, come il
protagonista, ha cercato fortuna lontano dal paese natale.
Con “Prede”, di Paolo Merenda, la raccolta
si tinge di giallo. In questo racconto l’ispettore Sangiorgio, dovrà
fare luce sulla scomparsa di due ragazzi. Una storia da scoprire,
indizio dopo indizio, in cui tutti gli elementi sono tessere di un
mosaico da comporre minuziosamente; una storia in cui si pone l’accento
su problematiche riguardanti la società, come quelle legate all’uso
improprio dei social network.
Come in un inarrestabile flusso di coscienza, “Rafting”, di Luigi De Gregorio,
ci fa chiedere: qual è la vera normalità? E cosa significa essere
normale? Che differenza c’è tra normalità e anormalità? Sono domande
che, leggendo questa storia, catturano prepotentemente la nostra
attenzione. E ancora: identità, apparenza ed essenza, magia e
imprevedibilità della scrittura, dello scrivente, del raccontare. Un
racconto da leggere tutto d’un fiato.
ʻUna vita da precarioʼ, potremmo provocare, piegando all’ironia un
refrain di Luciano Ligabue. La precarietà è ciò che si fissa in mente
come un ritornello leggendo “La terrazza di asfalto” di Annarita Pavone.
L’eterna storia dell’emigrante, costretto in un modo o nell’altro a
fare i bagagli e a cercare fortuna ad anni luce da casa propria. Quasi
un destino che si ripete beffardo: se non hai lavoro non hai dignità,
dunque non hai altra scelta se non quella di andare via.
“La strada da dentro” di Paolo Colavero è
un viaggio all’interno delle nostre paure di “bravi cittadini”, dove un
bar diviene il centro nevralgico di una città tentacolare, dove la
violenza e l’insicurezza sociale sono il pane quotidiano dei quartieri.
Con brevi ma precise pennellate l’autore ci mette in mezzo a una vita
colma di tensioni, di curiose nevrosi, ma anche di ordinaria routine,
come dire: eccovi servita la realtà.
Con “Vertigine da tacco a spillo”, ancora Paolo Colavero,
torna a quella sensazione di indefinita angoscia, che accompagna tutti i
momenti di vite vissute in bilico, come recita il titolo di questa
raccolta, ma anche sospese in qualche forma di animalità, dove tutto,
comprese le nostre esistenze, appare surreale, indecifrabile, inattuale.
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Il libro inaugura la collana Fablet di Musicaos Editore, dedicata alla narrativa, al racconto della realtà, alle storie.
“In bilico. Storie di animali terrestri” contiene i racconti scritti da:
Paolo Colavero, Gianluca Conte, Luigi De Gregorio, Marco Goi,
Belisario Laveneziana, Angela Leucci, Valentina Luberto, Paolo Merenda,
Antonio Montefusco, Annarita Pavone, Marina Piconese
“IN BILICO. STORIE DI ANIMALI TERRESTRI”
Nuovi racconti italiani
Nuovi racconti italiani
Musicaos Editore, fablet 01, 130 pagine, ISBN – 978-88-99315-01-6
www.musicaos.it – info@musicaos.it – Musicaos Editore