ROSSI PAPAVERI A MONTECASSINO di Paolo Wieczorek (Manni)


Rossi papaveri a Montecassino. Piccole storie familiari nella storia grande della guerra di Paolo Wieczorek (Manni)





«...ho visto oggi in strada una scena impressionante: un

cavallo colpito da un proiettile di artiglieria era crollato a

terra. Quando un’ora dopo sono tornata sul posto ne era

rimasto soltanto lo scheletro: la carne era stata raschiata

via dalla gente dei dintorni che la voleva mangiare».

(p. 27)







Questo libro è un piccolo grande tesoro di memoria, da custodire con cura, e dal quale attingere a piene mani, soprattutto nei momenti di sconforto individuale, sociale e culturale come quello che stiamo vivendo nel nostro asfittico frangente storico. Rossi papaveri a Montecassino – sottotitolo Piccole storie familiari nella storia grande della guerra – di Paolo Wieczorek, Manni, 2018, con buona pace del titolo, è un libro in cui le piccole storie familiari entrano in simbiosi con la grande storia, fino a esserne parti integranti e costituenti. Non si tratta, infatti, di accadimenti minimi o di episodi aneddotici, bensì di stralci importanti di vite legate a una sorte difficile, tremenda, apocalittica. Il nazifascismo, lo stalinismo, l’oppressione, le violenze, i lager, i gulag, la guerra, la fame, la disperazione, il disfacimento fisico. Elementi catastrofici, dirompenti, vissuti allo stremo delle forze. Polacchi e italiani, due popoli che hanno intrecciato i propri destini, e possono rivivere, attraverso l’opera dell’autore, la doppia natura di tale forte legame, che si è spinto al di là delle differenze culturali, linguistiche, geografiche. La Polonia, terra storicamente afflitta da popoli violentatori, ha subito un duplice torto, dalla Germania hitleriana e dalla Russia staliniana. La popolazione polacca non ha avuto tregua per anni, ma non si è mai piegata alla volontà degli oppressori: ha organizzato fin da subito una resistenza tra le più sentite e coraggiose messe in atto nel continente europeo. Paolo Wieczorek, ponendo l’attenzione sulla similitudine dei totalitarismi di “Destra” e di “Sinistra”, accompagna il lettore in un percorso toccante, dove la rabbia e le lacrime per i patimenti di tante persone si fondono con il desiderio di riscatto, e dove a trionfare, in ultimo, sono le idee della Liberazione. Nell’opera dell’autore, privato e pubblico si fondono, poiché, specialmente nelle circostanze estreme rievocate, le due sfere coincidono senza soluzione di continuità. Polonia e Italia sono i due paesi, le due patrie di Paolo Wieczorek. Egli si trova nel mezzo, con lo stesso amore, la stessa devozione per entrambe le terre, e sente di appartenere a tutte e due queste lande martoriate. La forza di questo lavoro, difatti, risiede proprio in questa espressione di vicinanza, di fratellanza tra le genti: in periodi storici bui, radicalmente tragici, dove la violenza trova diritto d’asilo e soverchia tutto, l’essere insieme, il tendersi la mano, sembra essere l’unica via di salvezza. Per molti lo è stata. Al di là dei singoli eventi storici presenti nell’opera e al di là delle vite individuali – elementi entrambi importantissimi – ciò che rimane saldo nella mente e nel cuore del lettore, dopo aver affrontato questo ineludibile cammino, è il senso di comunità e di speranza legato all’umanità. Rimanere umani, contro ogni avversità e contro ogni totalitarismo, è ciò che ha permesso a tante persone di reggere il confronto contro ciò che umano non era. 

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