ASPETTA L'INVERNO di Francesco Aloe (Aliberti)




Aspetta l’inverno di Francesco Aloe (Aliberti)







A due anni dall’uscita del bel romanzo L’ultima bambina l’Europa, Francesco Aloe ritorna a stupirci con un’altra grande prova, Aspetta l’inverno, uscito per i tipi di Aliberti, 2019. Con la figura di Gustavo Rol come nume tutelare si alza il sipario sulle vicissitudini del protagonista, anch’egli chiamato Francesco, e dei personaggi che costellano il suo universo, da Sarah (con la h!) a Marione, fino all’inquietante e fascinosa figura misteriosa (di cui non diciamo nulla di proposito) che è l’effettivo alter ego del “primo attore”. Una lingua asciutta, quella di Aloe, senza fronzoli, qualità che avevamo riconosciuto anche nel precedente lavoro, eppure solo apparentemente semplice; tutto è al suo posto: descrizioni perfette – e spesso altamente poetiche, personaggi ben disegnati ai quali ci si “affeziona” subito, una trama costruita chirurgicamente e un dinamismo eccezionale. Tutto ciò rende possibile il sogno di ogni scrittore: far restare incollato il lettore alle pagine! Raramente incontriamo delle storie che ci tengono così legati al libro, lasciando una seria scocciatura perché siamo giunti alla fine. Già: quando una storia ti prende, ti fa viaggiare, non accetti il fatto che sia finita, vorresti non finisse mai o, almeno, che abbia un seguito. Non si accetta che ci si debba separare da quei personaggi che, anche se per un breve ma dilatato periodo, sono diventati una seconda famiglia. Merito dell’autore e del lavoro certosino di ricerca e di scrittura. Quando tutto appare fluido, quando, come disse qualcuno ben credibile di noi, non ci si accorge di leggere, ci troviamo di fronte a un’opera che merita seria considerazione, poiché è qui che risiede la grandezza – intesa non come pompa magna ma come profondità di scandaglio – di un certo modo di scrivere. Altro elemento fondamentale, che corrobora il nostro parere sull’opera di Aloe, è l’onestà di intenti: il padre di Aspetta l’inverno, ama i lettori più di se stesso, ne siamo certi! E questo amore traspare dalla cura di ogni singola pagina, frase, parola; e traspare altresì dai riferimenti a libri, canzoni, luoghi. Aloe ci trasporta nel suo mondo non come ospiti di passaggio, che al terzo giorno debbono sloggiare, ma come amici cari, con cui condividere pane, gioie e dolori. Il libro in questione non è solo un’avvincente storia che taglia trasversalmente il thriller e la fantascienza – e non sarebbe comunque poco – ma è una lente d’ingrandimento che guarda dentro le umane paure, debolezze, violenze, atrocità. Aloe riesce a penetrare la psiche come pochi altri, restituendo una condizione umana a tratti feroce a tratti amabile, uscendo da quel canone stretto che vuole tutto “o bianco o nero”, donandoci l’infinità di sfaccettature di cui è composto l’universo, quello stesso universo così presente nella stesura di quest’opera. L’autore non disdegna – evviva! – di affrontare tematiche scottanti, scomode, mai davvero uscite alla luce del sole; e lo fa a volte con un linguaggio crudo a volte delicato, lasciando al lettore la sensazione, poc’anzi ricordata, di trovarsi di fronte a uno scrittore onesto, che usa la parola con parsimonia, senza abbandonarsi alla frase a effetto o alla volgarità come gancio per afferrare la pancia di chi legge. Piace poi la posizione del protagonista nei confronti delle possibilità che l’universo dona all’umanità, dove spicca l’eterno confronto tra scienza e ignoto e dove una sana sospensione del giudizio sembra essere plausibile quando non auspicabile. Tuttavia, questa tregua non corrisponde, nel romanzo, a una rinuncia all’azione, tutt’altro: il senso di indagine, di sperimentazione, di andare incontro al nuovo e allo sconosciuto è parte integrante del cammino intricato ma eccitante che muove Francesco. Per ultimi, ma non meno importanti, ricordiamo, i profumi, i colori, i suoni: elementi davvero preponderanti e dotati di un lirismo, a un tempo, adrenalinico e commovente. Non aggiungiamo altro se non che Francesco Aloe si conferma uno scrittore capace di dare alla luce libri originali, ben scritti e – cosa importantissima – onesti.



Lettura consigliatissima.


Lautore


Classe 1982, è studioso di letterature moderne e autore di romanzi. Ha conseguito il Dottorato di ricerca in Letterature moderne, comparate e postcoloniali. Vertigine (Lettere Animate, 2008) è il suo primo thriller, tradotto anche in spagnolo e uscito con una nuova edizione italiana nel 2016. Seguono Il vento porta farfalle o neve (Edizioni Ambiente, 2011) e L’ultima bambina d’Europa (Alter Ego Edizioni, 2017).
Nel 2016 ha ideato la collana Versante Est, che dirige per la casa editrice Delos Digital. Per Compagnia editoriale Aliberti dirige le collane E-stories e Love.


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