SOMMESSE PREGHIERE di Marcello Buttazzo (Collettiva edizioni indipendenti)
Sommesse preghiere di Marcello
Buttazzo (Collettiva edizioni indipendenti)
In questo mondo
di frastuono,
in questo tempo
baccano baraonda,
tu sei la mia preghiera
più discreta.
Marcello Buttazzo
Penso a te nel silenzio della notte,
quando tutto è nulla.
Fernando Pessoa
La
Poesia di Marcello Buttazzo è un dono prezioso, uno scrigno di elegiaci
turbamenti e di aurore adamantine. Parole prossime all’altro, in cui ethos
e pathos risorgono dai fondali di un mondo alla deriva. In Sommesse
preghiere, Collettiva edizioni indipendenti, 2025, (I Distillati
– Plaquette di prose minime) il poeta getta il cuore tra le braccia
delle madri, di Antonietta, soprattutto, la sua mamma, alla quale dedica versi
di sublime bellezza: «Madre, / ancora vai / su e giù per la casa, / traversi le
stanze / come soffio di vento» (p. 15). E lo getta anche tra le braccia dei
lettori, facendosi prossimo a chi voglia accogliere la profondità del suo
sentire. Il «soffio di vento», dunque. Ecco, in quell’alito, in quell’ànemos
fondante, sorprendentemente forte nella sua delicata movenza, si nasconde l’élan
vital, lo slancio alla vita, incarnato da una madre che è sempre vicina al
figlio e gli dà forza, sicurezza, protezione. E allora, come un tenero infante,
il poeta canta la sua supplica: «Ti prego, madre, / non morire. / Non lasciarmi
/ disarmato / in questo mondo sconfitto dilacerato / sconclusionato» (pp.
16-17). Ma la protezione è anche quella che il poeta riserva alla madre, perché
la parola crea, custodisce, santifica. La parola di Buttazzo è come una
benedizione, una ieratica formula apotropaica che abbraccia e sostiene nella
fatica d’un mondo indecifrabile. Affiora
nell’autore un senso di stupore e consapevolezza per un presente spesso
insensato, maligno e irrazionale. La mancanza di senno ci pone davanti al nulla
cosmico del male, ma un granello di speranza ci è concesso dall’amore,
quest’eterno sentimento che a volte dilania e a volte eleva oltre i confini
dell’universo. Il poeta dipinge il mondo con i suoi colori, densi e accesi
oppure tenui e soffici: «Berrò / la gioia il dolore / e tutto ciò che è ancora vivo
/ per la mia dannazione» (p. 21) e poi «Questo tintinnare d’anima è come il
canto d’un passero, è come un frullio d’ali» (p. 22). I versi di Buttazzo
aprono solchi in mezzo al petto, varchi per raggiungere le vette del pensiero e
della trepidazione dell’anima. Il Bene il Male, nella Poesia dell’autore,
continuano la loro lotta imperitura. Così, da un lato, incontriamo l’orrore del
conflitto, l’annientamento di ogni umanità: «Tace / la voce. / Non sento / onda
di pace. / Solo stridori di guerra / e fragori di armi / di un tempo folle» (p.
26), dall’altro, la speranza d’una ventura redenzione: «Solo l’amore / senza
condizioni / può salvarci la vita. / Per questo / ti penso / e sento la tua
voce, / che mi chiama / a un futuro possibile» (p. 26).