Il marchio dell'infamia
Il
ragno tesse la sua tela
come un maldicente Evola
un
tributo alla demenzacome un maldicente Evola
scolorito negli alterchi
fitti flitti sgranati nella nebbia d’osterie
dove giace il cuore e l’onestà del vivere
e il fuoco brucia sulle labbra tumide
d’una ragazzina imberbe
e tiene duro l’ossessione delle more
dei frutti freschi di rugiada
della brina in mezzo ai petti sfrigolanti.
Non è tutto il morto ch’hai di dentro
non finisce il sole nella notte d’uno schianto
gli uccelli invischiano le ossa
e i pesci girano gli occhi nel lavabo.