"HAPPY DIFFERENT. Per una filosofia del benessere" di Alessandra Peluso (i Quaderni del Bardo)
In
un mondo frenetico, asfittico e poco solidale verso il prossimo come quello che
stiamo vivendo in questo frangente storico, vi è ancora qualcuno che resiste
all’omologazione della tristezza e del grigiore derivati da un’esistenza
superficiale, intenta solo alla rincorsa di “cose materiali”. Si tratta di una
resistenza gioiosa, che contrappone all’assenza di speranza e al futuro
distopico che ci appare davanti una via, un cammino per “essere felici”. Il
breve libello di Alessandra Peluso, Happy
Different, i Quaderni del Bardo, 2015, invita proprio a questo, a ritrovare dentro di noi
quella pienezza del vivere che sembra ci sia stata tolta o a cui forse noi
stessi, per i più disparati motivi, abbiamo rinunciato. L’intento della Peluso
sembra essere non solo quello di suggerire che la felicità, a dispetto del
pessimismo dei tanti smaliziati, è ancora possibile, ma che essa è sia un punto
d’arrivo di un percorso veramente umano, sia una “cura” al nostro mal di vivere,
come si evince dalla presentazione del dott. Luigi Lanzolla, medico e direttore
ASL-Campi Salentina (Lecce). Attraverso un excursus che incrocia pensatori e
filosofi di ogni tempo, l’autrice mette sotto gli occhi di tutti che da sempre
l’uomo è stato interessato al raggiungimento di uno stato di benessere
psicofisico; d’altronde, l’antico motto “mens sana in corpore sano”, in questo
contesto, appare quanto mai attuale e pertinente. Ma la Peluso incontra anche
nuove figure, alcune più attuali e ancora poco conosciute, come il “consulente
filosofico” o il “coach” e altre che provengono da affermate tradizioni, come i
maestri di varie religioni e discipline. Per quanto riguarda l’aspetto curativo
della ricerca del benessere, molto interessante, afferma l’autrice, è la
“Sophia-Analisi”, una corrente psicoterapeutica fondata da Antonio Mercurio tra
gli anni settanta e ottanta del Novecento, che ha cambiato il rapporto
terapeutico da “psicoterapeuta e paziente” a “specialista
e persona”, svincolandolo da quella fredda relazione tra soggetto
onnisciente e soggetto che passivamente accetta ciò che gli si dice. A questo
punto una domanda potrebbe sorgere spontanea: cosa c’è alla base del percorso
suggerito da Happy Different? La
risposta all’interrogativo, in apparenza semplice ma di questi tempi tutt’altro
che scontata, è: il pensiero. Anzi, per meglio dire, il “pensiero differente”.
“Pensare differente”, sottolinea l’autrice, non significa far finta che i
problemi non esistano, ma vuol dire affrontarli in maniera diversa, con la
consapevolezza che il pensiero è la nostra più grande forza; vuol dire “vivere
l’oggi”, un moderno carpe diem,
confrontandosi con le idee di autori come Eckart Tolle (ma ve ne sono tanti
altri). Tolle propone di accettare il presente, l’Adesso, senza opporre
resistenza. Ma “accettare”, suggerisce la Peluso sulla scia dei grandi maestri,
non equivale a restare fermi, passivi, ma significa non lasciarsi penetrare
dalla tristezza, dallo sconforto, dall’immobilismo; in altri termini, significa
pensare che tutto è possibile.