SULLE STRADE DEI LIBRI di Paola Bisconti (Edizioni Esperidi)
Sulle
strade dei libri di Paola Bisconti (Edizioni Esperidi)
«La lettura altro non è che un
lungo
camminare per le strade del mondo»
(p. 45)
La prima cosa che mi viene mente dopo
aver letto Sulle strade dei libri. Viaggio nei mondi della lettura
di Paola Bisconti, Edizioni Esperidi, 2017, è la luce. Questo perché il libro
in questione emana un’energia luminosa, confortevole, amica. Si tratta di
un’opera importante, poiché mette al centro la lettura, vista non solo come
esercizio benefico per la mente (pensiamo all’apprendimento scolastico, ad
esempio) ma anche e soprattutto come un’esperienza viva, coinvolgente e
aggregante, in particolar modo nei luoghi – fisici e mentali – dove il senso
comune ritiene che nulla di bello possa esserci. L’autrice, attraverso la sua “vita
activa” (Hannah Arendt ce lo ricorda!) al servizio della lettura e dei libri,
ci dimostra il contrario: l’emozione della parola scritta e orale può arrivare
dappertutto, purché ci sia la voglia e la passione di prendersi cura dell’altro.
Sfogliando le pagine di quest’opera che potremmo definire “salutare”, pian
piano si cambia d’umore, ci si rasserena, è come entrare in un mondo pacato,
saggio, pur nella freschezza e nell’effervescenza di un’esperienza, quella
della Bisconti, che ha come fine ultimo – e nobilissimo – quello di avvicinare
alla lettura quante più persone possibile, senza costrizione o imposizione,
bensì con dolcezza, allegria e comprensione. Un elemento di spicco, nel
percorso di Paola, è senz’altro un sentimento di vera filantropia, che si
unisce a un alto senso del bene comune, quel benessere della comunità tanto
decantato da Platone e da altri grandi pensatori. L’autrice crede nella
capacità che la lettura – e più in generale la cultura – ha di migliorare le
persone, sotto tutti i punti di vista. Sulle
strade dei libri, fin dal titolo, ci dice che la lettura deve (o almeno
dovrebbe) uscire dai luoghi chiusi dell’accademia e della scuola, per arrivare
ovunque ci sia qualcuno disposto a lasciarsi affascinare dalla voce di chi ha
speso la propria vita a raccontare e a raccontarsi. La poesia, il romanzo, il
saggio e tutte le altre forme di scrittura ci completano, ci istruiscono, ci
fanno stare meglio. In questo viaggio profondo e delicato, intrapreso da Paola con
il sorriso e con la speranza di portare la parola per le vie infinite del mondo
(partendo da una piccola fetta di terra, il Salento), un occhio di riguardo
cade sui luoghi prediletti della lettura: biblioteche e librerie indipendenti. L’autrice,
giustamente, considera tali luoghi non solo come dei baluardi della cultura ma
anche come spazi dinamici, attivi, da vivere gioiosamente, in simbiosi con le opere
e con gli autori. Paola ha incontrato tante biblioteche e librerie del Salento sulle
sue Strade, e ne è rimasta
affascinata, colpita. In questi luoghi eletti, dove si respira l’inconfondibile
odore della storia, della tradizione e delle idee, vi è un ristoro per la mente
e per il corpo. Altra importantissima – e per il Salento nuovissima –
esperienza è stata quella delle “Little free library”, piccole librerie sotto
forma di cassetta, spuntate, per iniziativa di Paola (aiutata dal marito e da
altre persone acute e lungimiranti) nei posti più inusuali, dal parco all’asilo
nido e via dicendo. Come dire: se il lettore non va dal libro, è il libro che
va incontro al lettore. Donna energica e piena di iniziativa, Paola Bisconti è
organizzatrice di eventi che mettono al centro la cultura, in particolare quella
legata ai libri, ma non solo: l’autrice di questo pregevolissimo libro si
prodiga in vari modi per favorire la diffusione della lettura, tra cui,
esperienza davvero immaginifica e straordinaria, il “vagabondaggio letterario”.
Di cosa si tratta? Per scoprirlo vi invitiamo a leggere Sulle strade dei libri: sarà difficile non farsi prendere dall’entusiasmo:
«La mia voce quindi diviene veicolo di poesia, è uno strumento autentico, è l’imperfezione
del suono che oltrepassa la staticità della scrittura e diventa melodia
magnetica a tratti ipnotica. La voce fa accadere l’inaudito perché nella sua
musicalità si coglie la funzione della scrittura» (p.45).