DIECI ANNI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE di Alberto, Lapo e Niccolò Ferrarese (Phasar Edizioni)
Dieci
anni nel paese delle meraviglie di Alberto, Lapo e
Niccolò Ferrarese (Phasar Edizioni)
«Si pensa sempre che le cose di una
volta siano speciali.
La regola aurea sembra essere
quella per cui ciò che ognuno di noi ha
vissuto durante l’infanzia, l’adolescenza
o la giovinezza sia stata tout court
“migliore”»
(p.19)
Se vi sono dei lettori che, come recita
il titolo, avessero voglia di buttarsi in un’avventura senza tempo, in un paese
delle meraviglie, planando sullo straordinario mondo dei giocattoli, dei
cartoni animati e di altre strepitose fantasticherie, non ha che da immergersi
nella lettura di questo corposo ma scorrevole libro, il cui sottotitolo, La pubblicità per Linea GIG dal 1976 al 1986, non deve trarre in inganno, poiché all’interno vi
è molto di più di una semplice panoramica delle trovate pubblicitarie che hanno
permesso alla GIG di confermarsi come un colosso dei balocchi. Infatti,
si
rimarrà estasiati dalla ricchezza delle storie, delle immagini, delle emozioni
che è in grado di regalare questo “tomo”. Ciò al di là dell’essere o meno
appassionati della fantasia degli anni Settanta-Ottanta che, nell’immaginario
collettivo, è legata, indissolubilmente, all’universo evergreen di un’infanzia
d’altri tempi, quasi mitica. Si tratta di una vera e propria epopea della
fantasia, da cui traspare che i protagonisti del titolo, oltre a una buona dose
di ingegno e di caparbietà, hanno messo in gioco anche il loro lato più
profondo, intuitivo e – perché no? – intimo. Creare è sempre un po’ scoprirsi
e, a un tempo, aprirsi all’altro, cercando di capire ciò che desidera, ciò che
lo fa divertire, ciò che lo fa stare bene. E allora occorre andare per
tentativi, sfidare la sorte, il tempo, giocare d’anticipo, prevedere come
andranno le cose, correndo dei rischi. Tuttavia, in questo caso, i tentativi di
far “arrivare” le creazioni agli utenti sembrano essere riusciti, tutti. Dai Micronauti – Green Baron e King Atlas in testa – ai Trasformer, dai
Fiammiferini ai Fantanauti, passando per Robapazza e Brillantina Rimbalzina, un
universo non di semplici oggetti ma di “creature dotate di un’anima” ha fatto
emozionare una generazione (forse anche più di una) di bambini, che poi,
diventati adulti, hanno conservato nei propri cuori quel meraviglioso mondo. Il
libro, che ricalca il modello dell’autobiografia, racconta tante storie,
realmente accadute, vissute da Alberto Ferrarese, un geniale creativo
fiorentino (aiutato nella stesura dai figli Lapo e Niccolò) durante il periodo di
creazione delle campagne e degli spot (qualcuno ricorda la parola réclame pronunciata dai nonni dell’epoca?)
più conosciuti, ma non solo, viene portato alla memoria tutto ciò che ha
contribuito alla riuscita di questo enorme successo della Phasar (e, ovviamente,
dei committenti), come le musiche, solo per fare un esempio. Ma vi sono anche
dei riferimenti ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, soprattutto in ambito
mediatico: molto bello e pertinente il riferimento alle nascenti (ai tempi) TV
private, che aprirono un canale importantissimo per le nuove realtà creative. E
poi la musica – «come hobby e scuola di vita», scrive Alberto Ferrarese – che non
solo ha segnato profondamente la sua vena creativa ma gli ha regalato momenti
davvero divertenti, ai confini dell’aneddotica, come il seguente: «Presentandomi
a un cliente come “dottor Ferrarese” fui subito interrotto dal mio incauto
interlocutore, il quale esordì a bruciapelo con: “Ah, conoscevo un Ruggiero
Ferrarese; era un importante dirigente delle Officine Galileo, gran lavoratore.
Peccato che avesse un figlio mezzo delinquente”» (p.28).
L’opera è corredata da
illustrazioni e bozzetti originali nonché da fotografie, il tutto a completare la
testimonianza di un percorso artistico, e prima ancora umano, di un uomo,
Alberto Ferrarese (e di un gruppo affiatato e altamente professionale) che ha
regalato dei “pezzi” di fantasia intramontabili e indimenticabili.