I lupi sotto le pecore

Da che mondo è mondo esiste una massima da tutti conosciuta e che avverte di un fatto: sotto ogni pecora può nascondersi un lupo. Una belva famelica pronta a sbranare la preda. Una messa in allarme perentoria quindi, che non lascia adito a fraintendimenti. Tenere gli occhi aperti deve essere una prerogativa della persona prudente, che non si fa prendere alla sprovvista. Ebbene, qui si vuole portare l’avvertenza da un piano plurale ad uno singolare. Nel senso che, se pure la massima è valida in generale, la si dovrebbe applicare di caso in caso alla singola persona che ci troviamo di fronte, senza erigere un muro tra noi e il genere umano preso nella sua totalità. Vagliare oltre che con i cinque sensi anche con l’istinto. Odorare e sentire. Odorare col naso e sentire con la mente e col cuore. Il cuore alle volte è ingannevole ma sentire con esso è un rischio che bisogna cogliere, pena essere dei malriusciti androidi, dei kyashan da strapazzo. Qui non si dispensano consigli su come riconoscere il lupo o su come affrontarlo. Non siamo neanche così “zen” da ritenerci fuori dalla portata dei pericoli rappresentati dal lupo, benché anche esso è un essere vivente e come tale non andrebbe considerato a priori come un nemico. Il problema è che esiste un problema. Se un uomo e un lupo si trovano di fronte, in caso di necessità, sarà battaglia. Se dal conflitto potrà o meno nascere un sentimento amicale piuttosto che terra bruciata non spetta a noi dirlo, ma è la vita.

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