A tre passi dal fosso
Da quando Giovanni Metastasio
era stato licenziato il suo aspetto aveva assunto quello di un animale dello
zoo. Non che prima fosse stato l’emblema della ricercatezza ma almeno era
presentabile. Adesso badava unicamente a sopravvivere. Anzi, a sottovivere.
Poteva consolarsi: non era solo. Una caterva di neolicenziati, disoccupati e
mai occupati occupava da mesi Piazza del Popolo. L’ufficio collocamento era
stato smantellato e trasferito altrove, ma nessuno sapeva dove. Così i
sottoviventi non sapevano nemmeno dove fare le inutili file, tanto care a tutti
di questi tempi. E allora non rimaneva altro che restare a ciondolare negli
spazi pubblici.
Giovanni non aveva
legato con nessuno, ad eccezione di Ulrico Galimberti, tossicodipendente di
vecchia data ed ex impiegato comunale. I due facevano proprio una bella coppia,
o almeno questo è quello che dicevano gli altri reietti. Effettivamente il loro
comportamento aveva destato la curiosità e in qualche caso l’invidia di qualcuno.
Effettivamente.
Per tirare avanti
Giovanni e Ulrico si erano inventati una bella cosa: darsi all’ippica. Avevano
investito tutti i loro risparmi – pochi a dire il vero – nelle corse. E gli era
andata bene. Ventimila euro. Che di questi tempi sono oro colato. Diecimila per
ciascuno. Non che ventimila euro risolvessero la vita.. però. Però buttali.
Avevano deciso di
mantenere il segreto riguardo la vincita. Quindi dovevano comportarsi
normalmente, come se nulla fosse accaduto. Contenere gli slanci di euforia per
la vincita, non comprare niente e andare a stravaccarsi insieme agli altri
sulle panchine perdendo tempo tutto il giorno come al solito. Al limite, imbucare
qualche centesimo nei videopoker. Ma non sbottonarsi, nella maniera più
assoluta. Quei diecimila euro ciascuno dovevano investirli. Una schedina tra le
dita può cambiare la tua vita, recitava un motto di qualche anno fa. Ma riusciranno
i nostri eroi nell’intento? Lo scoprirete nella prossima puntata di A tre passi dal fosso”.
Nell'immagine: "Acquanero" - Gruppo Artistico Plastique (also known as GAP)