ANTICA TERRA. Viaggio sentimentale nel Salento, di Vito Adamo (Lupo Editore)
Care amiche, cari amici, per le recensioni di Linea Carsica vi proponiamo questa interessante e profonda raccolta di Vito Adamo. Buona Lettura.
[…] Non mi importa di conoscere il tuo nome,
non mi importa cosa indosserà la mia anima
non mi importa cosa sarò domani,
… mi importa d’incontrarti in quell’attimo
assoluto
di un sorriso…
(Il
nostro sorriso, p.76)
Se qualcuno
è convinto che la poesia contemporanea – soprattutto quella segnata da certe venature
esistenzialiste – sia soltanto un coacervo di visioni distopiche e cronico
pessimismo, dovrebbe leggere questa raccolta poetica firmata da Vito Adamo, Antica Terra. Viaggio sentimentale nel
Salento, Lupo Editore, 2014. Nel libro in questione non c’è lirica che non
inneggi alla vita, alla bellezza, alla profondità dell’emozione e del sentimento.
Sentimento che, già evocato dal titolo, sottende l’intera silloge. Il lettore
faccia attenzione: stiamo parlando di sentimento non di sentimentalismo. Si
tratta di emozioni vere, oneste, come non se ne respirano più al giorno d’oggi.
L’autore non ammicca a facili trasporti pseudo-romantici, non usa comodi
espedienti poetici per attirarsi la simpatia di chi legge, tutt’altro; il poeta
ci parla col cuore in mano, un po’ come un fanciullino di pascoliane
reminiscenze. E proprio al Pascoli – non a caso ricordato da Luciano Pagano
nella prefazione alla silloge – sembrano ispirati diversi momenti: «[…] c’è
quel bambino accanto a me / mi tiene per mano, / mi dice non andare / resta
ancora… e guarda insieme a me…», Paese,
p. 24. Un ricco minimalismo – si perdoni il contrasto – percorre la raccolta,
così che le descrizioni non appaiono come ovvi paesaggi/fraseggi da cartolina
ma fotogrammi vivi, tenuti accanto al cuore come i beni più preziosi: «tira un
forte vento di tramontana / il sole cattura ogni angolo tra le case /
inseguendo il vento…», Vento di
tramontana, p. 72.
Un lirismo
puro, integro, non contaminato dalla piaggeria di certi modi di poetare alla moda, quello di Adamo; una
sensibilità difficile da incontrare oggigiorno, capace di donare a chiunque
s’immerga nelle righe (e nelle fotografie) di questo libro momenti di alta
Poesia, anche quando i tempi sembrano farsi tristi, o quando il poeta cerca
rifugio in qualcuno o qualcosa che sappia accoglierlo: «Tienimi per mano stella
/ …Tienimi quando tutto sembra scontato e non lo è… / Mi arrendo a volte, / ma
mi riprendo quando ti vedo... […]», Tienimi
per mano, p. 41.
Come non
rimanere colpiti dalla dolcezza e dalla forza di certi passaggi?: «… i solchi
della terra rossa, / ora sì li vedo sulla fronte di mio padre. / È vita che
scorre e segna, vita che si racconta, / ritorno ad essere bambino / per sentire
tra le mie piccole mani / quelle mani grandi di mio padre […] mio padre,
silenzioso come questo vento / che sfiora ogni foglia.», A mio padre, p. 48.
E tante dediche
– alcune dichiarate, altre più o meno velate – sono disseminate all’interno
della raccolta, e sono dediche sentite, vere, oneste. Ecco: “onestà”, a nostro
parere, è la parola chiave di quest’opera, che lascia alla nostalgia soltanto
quel tanto che basta a struggere i cuori nel ricordo, senza crogiolarsi nella mera
ricordanza ma strizzando l’occhio al presente e al futuro.
Concludiamo
lasciandovi con la lirica Amico mio,
p. 92, dall’immenso valore affettivo/emozionale (parte della quale si può
leggere in quarta di copertina), ché, a volte, meglio di tante parole parlano i
versi.
sai amico mio
… sto bene quando ci raccontiamo
e quando sappiamo trasformare il tempo
in colori inventati… sognati…
solo nostri…
e ci prende quella voglia di volare…
ci diranno che siamo matti… bambini
ma non importa…
Tu mi hai detto un giorno…
che nella vita quello che rimane è quello che
siamo…
nient’altro…
e io voglio che rimangano i colori del tempo
quello condiviso con un sorriso… una lacrima
che può sciogliere… mescolare… fondere…
ogni tono di luce… ogni colore del nostro
tempo…
… sai amico mio
ci diranno che siamo matti… che siamo bambini
… ma non importa.