CRISTALLI DI SALE di Andrea Jagher (Phasar Edizioni)
Care amiche, cari amici, per le recensioni di Linea Carsica, vi proponiamo questo piccolo, frizzante libro. Buona lettura.
Scandagliando
lo scenario italiano degli scritti filosofici – per la verità mai troppo
nutrito – si possono fare delle interessanti quanto piacevoli scoperte. È il
caso di Cristalli di sale di Andrea Jagher,
Phasar Edizioni, 2007. Ponendosi tra l’aforismario e il prontuario filosofico e
compendiando un’analisi a-metodica di una realtà – la nostra – spesso irreale,
il libro di Jagher colpisce per la pungente ironia e per la critica mordace (mai
sterile) e, ponendosi come una guida al pensiero sui generis, sembra non risentire dell’inflazione temporale, mantenendo
vivissima la propria attualità.
Seppur
percorrendo una strada, quella dell’aforisma, già battuta da illustrissimi
pensatori (inevitabile, infatti, riportare alla mente i vari Schopenhauer,
Nietzsche, ecc.) lo scritto in questione propone un percorso originale, e
quanto mai frizzante, nell’odierna globalità; un denso e succoso itinerario che
si addentra nell’universo filosofico contemporaneo, sintetizzato in una breve e
gustosa opera. L’universo del conoscibile è immenso, trovare dei punti fermi potrebbe
apparire impossibile, e forse lo è, ma l’intellettuale (non si abbia timore di
questa parola!) ha il diritto/dovere di cercare delle risposte o quantomeno di
formulare delle domande sensate, che vadano a fondo nei meandri delle questioni
universali, prime o ultime che siano. Delle volte, quella che a prima vista
potrebbe sembrare vaga frammentarietà – ci riferiamo alla forma dell’aforisma
in generale – rivela una profondità che difficilmente è possibile riscontrare
altrove. D’altronde, se anche una personalità infuocata come quella del
filosofo di Röcken si è avvalsa di questa formula, non si può che riconoscerne
un valore intrinseco, soprattutto, come a proposito di questo scritto dello
Jagher, quando si ha l’impressione che nulla venga lasciato al caso e che tutto
sia il risultato di un’attenta analisi (e sintesi) del Cosmos/Caos. Già, perché
la dualità, l’eterna diseguaglianza di un mondo che è Ordine/Disordine e la
diuturna concomitanza di questi aspetti ad un tempo contrastanti eppure
impossibilitati ad escludersi l’un l’altro, traspaiono perfettamente da questo
singolare viaggio filosofico. A nostro parere, poi, non è parso improprio
vedere in molti passaggi alcune suggestioni che sembrano strizzare l’occhio a Karl
Kraus; ci riferiamo soprattutto ad alcune bordate di stampo politico-sociale,
dove il pensiero filosofico tout court
si accompagna ad una sana e robusta disamina dell’esperienza fattuale della
comunità/società. Essere vigili, coscienti, senzienti. Tutte qualità quasi
precluse al giorno d’oggi, in cui la ragione e il senso critico sembrano
dormire sonni profondi. In questa situazione di stallo psico-emozionale, il
pensatore può, anzi deve, dare un segno di avvedimento, di rivalsa, di
ribellione ad uno status d’immobilismo mentale e sensoriale.
Ma
l’aforisma non è appannaggio solo dei filosofi. Oscar Wilde, nella sua
eccezionale produzione letteraria, ci ha consegnato delle brevi quanto
eccezionali “sentenze”. Si può essere o meno d’accordo sul contenuto delle
stesse, ma non si può dubitare sul dinamismo e sulla sagacia che sprigionano
queste piccole immense gemme. Condensare in poche, pochissime parole delle idee
universali: quanto di più difficile si possa immaginare, ma se tale operazione
viene realizzata con onestà e leggerezza il risultato diventa veramente
apprezzabile. Cristalli di sale ci
sembra un buon esempio di come il diktat filosofico inflessibile e il dogma
cristallizzato (si perdoni il richiamo al titolo!) possano essere
modellati con la fluidità di un pensiero obliquo e con l’arguzia di una mente
ironica. L’antico adagio secondo cui la flessibilità avrebbe sempre vinto sulla
rigidità appare quanto mai attuale.