LETTERE A CIORAN di Nicola Vacca (Galaad Edizioni)
Lettere a Cioran di Nicola Vacca
(Galaad Edizioni)
«Non si può iniziare a scrivere di Emil Cioran
se
non partendo dal dubbio [...]».
p. 25.
Di questi tempi, per ciò che concerne la
saggistica italiana, è difficile trovare un autore che non costruisca un
itinerario sul suo ego anziché sull’opera e sul vissuto del suo
soggetto/oggetto di studio. Per fortuna esistono ancora autori (e editori!) che
fanno proprie l’onestà intellettuale e la gratitudine disinteressata verso chi
ha saputo aprirgli la mente. Nicola Vacca, scrittore e critico letterario, una mente
libera pubblicata da editori lungimiranti, ha saputo ancora una volta regalarci
un’ottima prova di critica dopo Sguardi
dal Novecento e Vite colme di versi.
Lettere
a Cioran di Nicola Vacca, Galaad Edizioni, 2017, è
disarmante non solo per la chiarezza dell’esposizione e la profondità di vedute,
ma anche per il mettersi a nudo dell’autore di fronte a un mostro sacro del
calibro di Cioran. Gli aspetti del pensiero e della scrittura del grande
filosofo rumeno sono affrontati in maniera lineare, senza istrionici zigzagamenti,
nel nome di una ricerca da cui traspare l’assiduità e la franca frequentazione
del filosofo. Con un prologo poetico – mi viene da pensare che trattandosi di
un’opera scritta da un poeta notevole non poteva essere diversamente – questo saggio
ci accompagna a conoscere gli aspetti più intimi di un pensatore che aveva
centrato il suo lavoro sullo “squartamento” di ogni stadio dell’esistenza
umana. Vacca ci invita al viaggio nei bui meandri cioraniani, e lo fa con
arguzia e vivacità, tenendo alto il ritmo della narrazione, come si conviene
per un personaggio spesso ostico come il nostro. Ecco, passi come il seguente
danno prova di come alcuni tratti salienti del pensiero di Cioran, tralasciati
o maliziosamente celati dai più, vengano messi in risalto dall’opera dello
scrittore gioiese:
«In apparenza, Cioran è un pessimista
irriducibile [...]. Leggendolo ci accorgiamo, però, che tutto il suo sconfortante
pessimismo non è altro che il pretesto – il modo, la strada, lo stile – per trasferire
sulla pagina un’intelligenza lucida, armata di disarmanti sillogismi, che sempre
chiamano in causa la coscienza di chi legge» (p. 39).
Un Cioran visto, dunque, in tutta la sua
terribile potenza che scardina certezze, con la sua prosa, dice Vacca «frammentaria,
discontinua e convulsa», ma anche un Cioran che, come ogni grande intellettuale
e uomo di eccelsa dignità non si piange addosso, non segue la logica degli “ismi”,
ma soffre insieme all’uomo per l’uomo. A tal proposito, l’autore di questo Lettere a Cioran ci mette in guardia da facili conclusioni cui il lettore
superficiale del filosofo di Rășinari potrebbe giungere: «Cioran non è un
nichilista: scrive solo ciò che prova; quando non prova nulla, non scrive» (p.67). Cos’è tutto ciò se non un vero atto d’amore
(e di verità) dell’autore del saggio verso un compagno di viaggio e di
scrittura, un padre del pensiero che come pochi ha saputo scendere a fondo nell’esistenza
umana? D’altronde, come ha colto benissimo Mattia Luigi Pozzi «Scrivere di
Cioran non può che essere una confessione. Una confessione che Nicola non teme
[...]» (p. 13 e quarta di copertina). Chi voglia avvicinarsi al pensiero di
Cioran e chi, già conoscendolo, voglia approfondire alcuni punti nevralgici
della sua scrittura e della sua speculazione, troverà in questo agile libro di
Vacca gli stimoli giusti per affrontare un viaggio che non potrà lasciare
indifferenti.
Nicola Vacca è nato a Gioia del Colle, nel 1963, laureato in giurisprudenza. È scrittore, opinionista, critico letterario, collabora alle pagine culturali di quotidiani e riviste. È redattore della rivista «Satisfiction». Ha pubblicato: Nel bene e nel male (1994), Frutto della passione (2000), La grazia di un pensiero (2002), Serena musica segreta (2003), Civiltà delle anime (2004), Incursioni nell’apparenza (2006), Ti ho dato tutte le stagioni (2007), Frecce e pugnali (2008), Esperienza degli affanni (2009), con Carlo Gambescia il pamphlet A destra per caso (2010), Serena felicità nell’istante (2010), Almeno un grammo di salvezza (2011), Mattanza dell’incanto (2013), Sguardi dal Novecento (2014), Luce nera (2015), Vite colme di versi. Ventidue poeti dal Novecento (2016), Commedia ubriaca (2017).